29 gennaio 2010

Advertising geniale, advertising non geniale

Ho letto su vari blog, e su più di un profilo sui Social Network, reazioni molto entusiaste per questa campagna di una nota marca di whiskey scozzese:



A me non ha fatto impazzire perchè la ritengo fondamentalmente una demo di prodotto, dall'ottima esecuzione dipesa in gran parte dalle capacità di un attore, Robert Carlyle, che stimo moltissimo; ma pur sempre una demo che porta avanti il concetto di brand senza innovarlo e senza un'idea creativa forte alle sue spalle.

Trovo geniale, invece, questo annuncio:



Voi che ne pensate?

22 gennaio 2010

Lo dicevo io...

Quindi anche gli inglesi si sono accorti di qualcosa che molti, moltissimi, tra cui anche il sottoscritto, pensavano sin da quando il Presidente del consiglio è stato colpito da una statuetta del duomo.

Come scritto da Libertà di pensiero i media inglesi stanno iniziando a rilanciare l'ipotesi che tutto l'attacco fosse in realtà una bufala, o quantomeno che la reazione sia stata spropositata rispetto ai danni effettivamente causati.

18 gennaio 2010

Operatori di telefonia mobile: non sarebbe ora di cambiare spot?

Scrivo queste riflessioni dopo un viaggio in treno, evidentemente il tempo passato nel Frecciarossa Milano Roma stimola i miei neuroni tantissimo.
In effetti quando non si ha la possibilità di fare le cose che si è soliti fare per passare il tempo (tipo cercare materiale online per la tesi, o cazzeggiare su Friendfeed) si pensa di più, e la mancanza di collegamento internet per il mio iPhone babbonatalato di recente mi ha fatto venire molte idee in mente.

Le butto lì, sparse, come quando si gioca a shangai:

1) Pagare 89€ per un treno è scandaloso;
2) Pagarli per un servizio che nel 2010 ancora non prevede Internet wifi a bordo, è ancora più scandaloso;
3) La rete telefonica mobile di questo Paese fa pena.

Ne parlavo l'altro giorno su Facebook con il mio boss, e non posso che dargli ragione. Con il collegamento in rete dati Vodafone ho passato due ore senza rete, mezz'ora con solo la linea voce, e il tempo rimanente con la possibilità di andare online.

Non conosco la situazione degli altri operatori, ma al momento sono dell'idea che i gestori debbano impegnarsi un po' di più per ampliare la copertura delle loro linee dati mobili. I motivi sono molteplci:
1) Internet era il futuro, ma adesso è il presente. Sono sicuro che il business di questo segmento crescerà paurosamente nei prossimi mesi, tutti i telefonini di nuova generazione vanno in quella direzione, e dopo un lungo periodo di tempo in cui le
differenze tra i vari operatori si sono misurate per le tariffe applicate credo sia giunto il momento in cui si torneranno a misurare per la qualità del servizio offerto.

A tal proposito butto lì una provocazione finale, che dona anche il titolo al post: i signori gestori invece di continuare a fare spot basati su tette e totti e su testimonial variegati, non potrebbero lanciare una seria campagna di ampliamento della copertura in tutto il paese e magari utilizzarla come concept in comunicazione?

Sarebbe a mio avviso un modo intelligente di differenziarsi e fidelizzare i propri consumatori, attirandone magari anche altri.

13 gennaio 2010

Scrivere la Tesi di Laurea Specialistica, è un po' morire...

Dedico questo post ai tanti, tantissimi studenti che come il sottoscritto stanno scrivendo la tesi di laurea, o che si stanno apprestando a farlo, o anche solo che vedono il traguardo da lontano.

La mia esperienza personale, da Studente di Comunicazione (prima Scienze della, ora sono passato al molto più vendibile Comunicazione e Strategia della marca e del consumatore) mi porta a dire che scrivere una tesi è una delle cose più mortali e annichilenti che esistano.

L'opinione vale specialmente per chi come me a partire dai 22 anni in poi vorrebbe anche iniziare a lavorare, a mettere cioè in pratica le cose che ha imparato sui banchi di scuola e nei corsi Universitari.

In un giorno le ore passate davanti al computer per chi svolge entrambe le attività di tesi e di lavoro, diventano infinite, si allungano, arrivano anche fino alla tarda notte passata magari alla ricerca smodata dell'articolo giusto, della fonte, dell'aggancio che ti potrebbe essere utile per trovare la conclusione giusta per un paragrafo o per un capitolo

Io sostengo in questo mio blog, che in alcuni casi scrivere una tesi è una prassi obsoleta, qualcosa che andrebbe abolito, in quanto potenzialmente dannoso (nonchè inutile) per la vita e la crescita di una persona.

Fermi tutti, è ovviamente una provocazione, ma valutatela considerando la situazione di un laureando del nuovo ordinamento come me: ho scritto in questi anni la tesina della triennale (che sono diventate due nel mio caso, ma vabbè, tralasciamo le stranezze di Roma TRE); e adesso devo rimettermi a scrivere di nuovo un'altra tesi, molto più lunga delle precedenti, quando invece vorrei semplicemente darmi da fare, apprendere ancora di più, liberarmi da questo fardello chiamato Università e crearmi un'indipendenza e una capacità professionale in grado di far crescere me e chi mi sta intorno.

Qualcuno ha commentato che no, la mia considerazione, o provocazione, è sbagliata. Per loro è giusto far produrre a uno studente un tomo da 200 pagine almeno una volta nella vita; è giusto verificare la capacità di produzione scritta: benissimo, ok, rendetelo un esame, che ne so, chiamiamolo capacità di scrittura professionale, chiamiamolo come vi pare, ma non obbligate le persone a ridursi così nel bel mezzo del loro primo ingresso nel mondo del lavoro.

"Dannazione, sono in Università di Comunicazione, se non sono in grado di scrivere non mi dovete far laureare, non dovete permettermi di arrivare nel mercato del lavoro in una condizione tale da non essere in grado di mandare una mail a un cliente..."
Questo, il flusso di coscienza che continua a passarmi nella testa in queste ore.

Secondo il mio modestissimo parere - e ora finisco per tornare alle mie amare pagine notturne - andrebbe unificata la tesi di laurea di specialistica e triennale, è inutile farne fare una prima, una dopo... ma che vuol dire?

Andrebbe verificata a priori la capacità di produzione scritta di uno studente. Forse anche prima dell'iscrizione ai corsi universitari.
Andrebbe reso molto più chiaro l'iter attraverso il quale uno studente deve fare i suoi step di crescita personale, le Università ci richiedono di fare uno stage, che duri giusto quel piccolo lasso di tempo (dalle 250 ore in su) che consenta di fare esperienza, e che ti permetta poi di buttarti a capofitto nella tesi.
Tanto si sa, tutti nel mondo del lavoro sono lì che ti aspettano a braccia aperte, che proprio attendono il momento in cui avrai finito di citare milleduecento autori alla fine di un enorme documento che la maggioranza delle persone a cui potrebbe essere indirizzato non leggerà; e in cui moltissimi studenti (io, e molti miei colleghi) non credono più ormai da tempo.

11 gennaio 2010

Ciao Luigi...

Il mondo del lavoro è quel mondo dove quando arrivi in ufficio la mattina scopri che un tuo collega deve inaspettatamente salutarti.

E ci resti un po' così, con l'amaro in bocca, perchè non te l'aspettavi, perchè in fondo ti eri abituato bene, alle sue battute e al suo supporto quando ne avevi bisogno...

Perchè in fondo in questi mesi è diventato per te più di un collega, ma un amico.

Buona fortuna, sperando di rincontrarti presto!