20 febbraio 2011

Da studente a lavoratore...

... il passo non è breve come sembra. 

Fino a "ieri" le tue mille preoccupazioni si incentravano sugli esami, le lezioni, le ansie da pre-appello e le mille difficoltà che si possono incontrare nella classica vita da studente.  Una vita in cui non finisci mai di essere chino sui libri, in cui week-end e settimana hanno lo stesso peso specifico. Si sgobba tanto la domenica quanto il mercoledì. Si esce la sera tanto la domenica quanto il mercoledì.


Poi, di colpo, il lavoro. E allora credi che finalmente ti ritroverai immerso in un mondo in cui quando finisce l'orario lavorativo, anche se si tratta pur sempre di orari piuttosto flessibili, avrai la libertà di fare, svagarti, cercare ed esplorare i tuoi mille interessi sopiti durante le ore lavorative.

Non è così. Almeno, non lo è sempre. 

Spesso e volentieri infatti il lavoro ti segue a casa. Ti segue nelle serate che organizzi con i tuoi amici. Nei pensieri mattutini del week-end. 
Non voglio con questo sostenere che questo fenomeno sia per forza negativo. Probabilmente sta a significare che sei concentrato, applicato e appassionato al tema di cui ti stai occupando tutti i giorni. Oppure magari è solo una questione di inesperienza. Magari il fatto di essere abituato dal mondo universitario a protrarre anche fuori dal mondo delle lezioni e delle aule i pensieri su esami, materie, appelli, professori.

Nel mio 2011, che cavolo sta già galoppando verso la fine del suo secondo mese, devo riuscire a ricordarmi di staccare la spina quando l'orario lavorativo è finito.
Non è un caso che questo post io lo stia scrivendo di domenica, mentre ho una presentazione aperta da preparare per domani...

#Sonbeimomenti

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