24 febbraio 2010

Come and dance Rihanna



L'idea della Nokia di cui voglio parlarvi è semplice, ma al passo coi tempi.
La nota marca finlandese ha scelto di aumentare il coinvolgimento degli italiani in rete adottando un linguaggio vicino al mondo dei giovani: lancia un video contest, con tanto di lezione di Mr. Garrison da Amici della De Filippi, chiedendo ai giovani di imparare una coerografia, ballarla, farne un video e mandarlo alla Nokia. L'obiettivo? Entrare a far parte del nuovo video di Rihanna.



L'iniziativa a mio avviso va da un lato encomiata, perché vive sull'idea alla base del web moderno: chiedere alle persone di fare quello che online sanno fare meglio, generare UGC; mettere in mostra le proprie abilità; seguire il proprio cantante preferito cercando di avvicinarlo (in questo caso cercando di entrare a far parte del suo prossimo video).

L'unica nota stonata dell'operazione, a mio avviso, risiede nel fatto che per partecipare bisogna necessariamente postare il video all'interno della piattaforma Nokia, magari rispondere semplicemente al loro video contest su YouTube avrebbe portato a una maggior diffusione dell'iniziativa online, calando le barriere all'accesso del pubblico di riferimento.

Voi cosa ne pensate?

23 febbraio 2010

Studiare nell'università italiana (consigli)

Sono un laureando, ancora per poco, spero, perché dopo lo status di laureandi si dovrebbe passare automaticamente allo status di laureati.
Dato il mio stato transitorio posso ancora considerarmi uno studente, più specificamente uno studente di scienze della comunicazione, indirizzo brand management.
Voglio dare, in questo breve post, alcuni consigli utili su come si fa a laurearsi in tempi decenti. Alcune chicche che nella mia tesi di laurea non potrò scrivere, alcuni ringraziamenti che nelle mie dediche non potrò inserire:

  1. cercate di divertirvi a lezione; con gli altri, col professore, con l'argomento della lezione. Interagendo in classe ho appreso spesso il triplo che nello studio a casa. Certo, non vale per tutti i corsi o per tutte le lezioni.
  2. trovate qualcuno per studiare insieme e preparare gli esami (grazie a tutti)
  3. fate tesoro di quello che leggete/ascoltate/visitate durante la vita accademica di tutti i giorni, potrebbe essere veramente utile quando poi sosterrete un esame;
  4. le prime persone che incontrate quando arrivate in Università, i primi giorni, saranno quelle con cui di solito vi vedrete di più, quindi sceglietele bene;
  5. non importa quanto vi pianificherete l'esistenza, vi ritroverete sempre a due settimane dell'esame senza ancora aver aperto libro
  6. cercate di capire sempre il lato debole del vostro professore/assistente, potrebbe davvero fare la differenza tra una bocciatura, un voto basso o un voto alto;
  7. fottersene dell'etica a volte aiuta in un esame, ma farlo a spese altrui, MAI.

21 febbraio 2010

Perché Sanremo è Sanremo

Non ho seguito approfonditamente il festival, per i motivi che i lettori più assidui del mio blog immaginano, ma il fatto che vorrei sottolineare da studente di comunicazione è che quest'anno il Festival di San Remo non è stato altro che una riedizione dei reality show di maggior successo della scena televisiva italiana.



Il concetto che volevo esprimere è stato già espresso, meglio, dal mio amico blogger SigurRos, nel suo ( ) che invito tutti voi a leggere.

Questo il post, che cito nei punti più interessanti:

Probabilmente San Remo non è mai stato un evento musicale e chi lo organizza oggi, sicuramente non ha l'interesse che lo sia. Nel caso in cui si considerasse la musica come cultura, la conseguenza è che la cultura annoia e in tv non va bene. Nel caso in cui la musica non venisse considerata cultura (questo è quanto pensa buona parte del Paese), la conseguenza è quanto avviene nel Festival: un evento mediatico, specificamente televisivo.
Magari poi anche quest'anno, qualche canzone salvabile c'è pure (Cristicchi? Noemi?). Ogni anno qualcosa c'è (sembra sempre meno). Ogni anno si ricorre alla formula "questa non è male, c'è di peggio". Anche questo è sintomo della qualità infima delle proposte. Ma dicevamo, ciò non interessa. Anche dei vincitori non è mai fregato a nessuno, se non la prima settimana.
Visto che siamo in tempo allora parliamone. Valerio Scanu, Emanuele Filiberto-Pupo-Tenore, Marco Mengoni. Tutti e tre sono prodotti televisivi, non musicali, in perfetta sintonia col ragionamento di prima.
Il risultato del televoto è coerente: le tre proposte hanno ampiamente sfruttato il meccanismo.
Scanu viene da Amici e non l'ha nemmeno vinto; Mengoni viene da X-Factor; Pupo è un conduttore televisivo, mentre Emanuele Filiberto non è il Principe, bensì "il vincitore di Ballando con le stelle". La Repubblica Italiana è salva quindi(?)... (continua)

15 febbraio 2010

John Ashfield e Wordpress - La mia opinione è no, grazie...

Re-posto una spinosa situazione, che sta girando sui social network e sul web da tutto il pomeriggio, capitata alla mia amica Sybelle.

Scrive Sybelle su Friendfeed:

«Il 5 Aprile ho pubblicato un post in cui analizzavo una campagna stampa di John Ashfield, brand d’abbigliamento italiano ma dal sapore inglese, dopo averla vista per mesi pubblicata su una rivista.


Nei commenti intervengono ex dipendenti e attuali presunti manager di John Ashfield che iniziano a dibattere, nonchè altri possibili clienti che chiedono ulteriori informazioni.

Venerdì sera un amico mi avverte che il blog è inaccessibile: scrivo a Wordpress e mi viene chiesto (in inglese) di rimuovere dal post tutto ciò che non posso certificare come vero.

Nel mio post sono contenenti opinioni sulla campagna stampa (che ritengo sia carente da certi punti di vista), ma ripeto: opinioni. Credo che il post sia stato segnalato (non so bene da chi, ma un’idea ovviamente ce l’ho) ma che non sia stato letto da qualcuno che conosce l’italiano».

Forse il post è stato oscurato per un commento:

«Conosco l’azienda, ci ho lavorato (la più tremenda esperienza lavorativa della mia vita). Si spacciano per “british” in realtà il prodotto è elaborato in una sorta di garage nella provincia di Forlì, e relativi piani superiori di una ex palazzina d’abitazione.La produzione vera e propria, poi, è fatta perlopiù in Bangladesh e relativi Stati dove la manodopera costa un fico secco… Campano sostanzialmente di outlets dove l’ignaro cliente crede di acquistare un prodotto britannico od anglosassone, a prezzi anche contenuti e illudendosi di risparmiare (non sapendo che, la camicia pagata 25 euri, ne è costata a malapena 5 o 6 fra tessuto e confezione).
E’ anche vero che questo modo di fare oramai ha preso piede un po’ per tutti i marchi, però loro, per quel brutto periodo che mi hanno fatto passare, meritano di essere descritti per quello che sono… tutto qui..
(ah, le campagne fotografiche sono “bricolage”, se le fanno da soli in un stanzetta della “ditta”.. Non mi aspetterei nulla di più di quel che han proposto… almeno è esemplificativo di quello che sono loro, della loro essenza vera».

(Qui la cache del post scomparso, grazie a Wolly e grazie a Piovono Rane)

6 febbraio 2010

Perché è difficile scrivere una tesi: parte seconda

Avevo già parlato del fatto che scrivere una tesi di laurea, per me, è un po' come morire; e in questo momento mi sto rendendo conto che anche dopo aver scritto la bellezza di 200 pagine, ricche di contenuti, immagini, elenchi puntati e proposte; la parte difficile non è ancora finita.



I relatori, questa stranissima razza che si sveglia sempre a 20 giorni dalla consegna definitiva del tuo lavoro (non un giorno prima), richiedono a noi studenti dopo la fase di produzione dei contenuti una fase altrettanto delicata (e un po' noiosa, per usare un eufemismo): la messa a punto della forma.

Non basta scrivere, per loro, non basta correggere e formattare il testo curandone la resa grafica, no. Bisogna cercare di elaborare e strizzare ciò che si è scritto in schemi ed euristiche interpretative.
Ah, e ovviamente arricchire il tutto con un fantastilione di note a piè di pagina di libri che si è a malapena aperto, di didascalie a prova di ebete a ciascuna fotografia, grafo o tabella inserita nel testo.

Durante una pausa del mio lavoro serale (e oltreutto nel week-end) mi sono domanto: ma perché?

La risposta, stando alla motivazione fornita dagli stessi relatori, è che tanto "nessuno le legge le tesi che scrivete", però tutti danno un occhiata approssimativa alle pagine della tesi dello studente del collega, e il modo migliore per catturare l'attenzione è un bello schema riassuntivo, in grado di spiegare le 50 pagine precedenti, con una bella didascalia (sempre a prova di bamboflesso) che ridice esattamente il contenuto delle 50 pagine, ma in breve, per non annoiare il professore.
Il risultato, è non far perdere la faccia al proprio relatore, anzi, magari fargli fare una bella figura.

Ma allora, se annoia il professore, se annoia il relatore, se annoia il controrelatore, se annoia tutti, perché continuare a perdere tempo con questa farsa?

Santo cielo, è una farsa, una stupenda messa in scena per tutti.
Se il focus della scrittura di una tesi fosse esclusivamente sulla capacità di produzione scritta, come qualcuno mi aveva fatto notare in rete, potevo ancora capirlo ed essere daccordo.
Ma se tutti gli sforzi che adesso mi vengono richiesti sono nel cercare di dare un taglio grafico editoriale accattivante per il lettore occasionale e superficiale (guarda un po', proprio quello che farà parte della commissione e che teoricamente dovrebbe essere lì per valutare il mio lavoro) si capisce che l'obiettivo che sta dietro alla tesi di laurea diventa semplicemente quello di impressionare la commissione con della fuffa.

E io, onestamente, di tutta la fuffa dell'università italiana, mi sarei rotto anche un bel po' i cohones.

3 febbraio 2010

From Cool to Good


Ieri pomeriggio sono stato al convegno/seminario "From Cool to Good" organizzato dall'Università Bicocca e dal professor Goetz, mio docente di e-branding nella laurea specialistica in brand management.


Moltissimi gli spunti interessanti a cui ho assistito, cito in ordine sparso:

  • il presidente di Assotravel Lombardia ci ha spiegato che il turismo inteso nel senso classico come "metti una serie di persona su una spiaggia assolata a fare le lucertore 9-10 ore al giorno" non esiste più; le agenzie di viaggio devono quindi innovare la loro offerta arricchendola di proposte esperianziali fatte di proposte di cultura, e non solo di svago;
  • il turismo sostenibile è un trend importante, Raffaella Caso, curatrice del blog Greenstep, ha infatti esposto un po' di cifre su questo nuovo fenomeno di vacanza sostenibile e intelligente, alla ricerca dell'avventura e del rispetto per l'ambiente, la società e l'economia dei paesi che vengono visitati;


  • ho scoperto l'esistenza di qualcuno che ancora si ricorda dell'esistenza dei newsgroup e delle bbs e per questo mi sono sentito vecchio, lo ammetto;
  • ho assistito interessato alla presentazione sulle reti di imprese di Andrea Rossi, fondatore di innovActing, una forma di aggregazione utilizzabile dalle pmi italiane per aggregarsi e condividere fasi importanti della loro catena del valore (come la ricerca e sviluppo?) se ne parla meglio su Marketing Usabile;

  • ho assistito alla presentazione del caso Ermes.net, community realizzata per promuovere i valori del turismo sostenibile, luogo di incontro tra operatori del settore turistico e potenziali viaggiatori interessati a scoprire nuovi modi di andare in vacanza. La piattaforma, che si propone come un nuovo social network, mi ha ricordato alla lontana una sorta di tripadvisor, specializzato però sulle forme sostenibili di viaggiare: a Roma in questi casi si dice CBCR (cresci bene che ripasso);


  • Ermes.net ha presentato anche il video contest From Cool to Good, che dava il titolo alla conferenza, a mio avviso si tratta di un buon esempio di come sia possibile realizzare una modalità innovativa per promuovere un nuovo social network. Ermes ha infatti invitato gli utenti registrati, e anche il popolo dei videomaker (con la collaborazione del network motiongraphics.it) a realizzare un video in motion graphic sul tema del turismo sostenibile.
Il convegno è stato chiuso da interventi di carattere più teorico, e ho trovato molto interessanti gli spunti lanciati dal professor Massarenti, sulle tecniche di predizione del comportamento di una community, mutuate dal calcolo probabilistico di Poisson.

Questo il video brief dell'iniziativa, magari qualcuno di voi vuole vedere come va a finire... :)