Scrive Sybelle su Friendfeed:
«Il 5 Aprile ho pubblicato un post in cui analizzavo una campagna stampa di John Ashfield, brand d’abbigliamento italiano ma dal sapore inglese, dopo averla vista per mesi pubblicata su una rivista.
Nei commenti intervengono ex dipendenti e attuali presunti manager di John Ashfield che iniziano a dibattere, nonchè altri possibili clienti che chiedono ulteriori informazioni.
Venerdì sera un amico mi avverte che il blog è inaccessibile: scrivo a Wordpress e mi viene chiesto (in inglese) di rimuovere dal post tutto ciò che non posso certificare come vero.
Nel mio post sono contenenti opinioni sulla campagna stampa (che ritengo sia carente da certi punti di vista), ma ripeto: opinioni. Credo che il post sia stato segnalato (non so bene da chi, ma un’idea ovviamente ce l’ho) ma che non sia stato letto da qualcuno che conosce l’italiano».
Forse il post è stato oscurato per un commento:
«Conosco l’azienda, ci ho lavorato (la più tremenda esperienza lavorativa della mia vita). Si spacciano per “british” in realtà il prodotto è elaborato in una sorta di garage nella provincia di Forlì, e relativi piani superiori di una ex palazzina d’abitazione.La produzione vera e propria, poi, è fatta perlopiù in Bangladesh e relativi Stati dove la manodopera costa un fico secco… Campano sostanzialmente di outlets dove l’ignaro cliente crede di acquistare un prodotto britannico od anglosassone, a prezzi anche contenuti e illudendosi di risparmiare (non sapendo che, la camicia pagata 25 euri, ne è costata a malapena 5 o 6 fra tessuto e confezione).
E’ anche vero che questo modo di fare oramai ha preso piede un po’ per tutti i marchi, però loro, per quel brutto periodo che mi hanno fatto passare, meritano di essere descritti per quello che sono… tutto qui..
(ah, le campagne fotografiche sono “bricolage”, se le fanno da soli in un stanzetta della “ditta”.. Non mi aspetterei nulla di più di quel che han proposto… almeno è esemplificativo di quello che sono loro, della loro essenza vera».
(Qui la cache del post scomparso, grazie a Wolly e grazie a Piovono Rane)
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